Aftermarket Automotive: gli effetti delle sanzioni dell’UE alla Russia

In Aftermarket

Il conflitto armato che ha coinvolto Ucraina e Russia ha certamente provocato importanti destabilizzazioni dal punto di vista economico e politico su tutto il territorio europeo.
Tra i tanti settori colpiti, anche quello dei ricambi auto aftermarket ha subito, in maniera più o meno diretta, importanti penalizzazioni.

Il settore automobilistico in Russia: qualche dato

Nel 2021 le importazioni in UE di ricambi auto dal territorio russo hanno raggiunto ben 113 milioni di euro. Allo stesso tempo, le esportazioni verso la Russia, da parte degli stati europei, sono state pari a 3,2 miliardi di euro.
Dati che non sono affatto trascurabili se pensiamo che questi numeri rendono la Russia la quinta destinazione al mondo per numero di importazioni di ricambi automobilistici da parte di paesi dell’UE.
Altro dato importante, quello che riguarda la produzione di auto sul territorio russo. Già nel 2018, prima della pandemia globale del Covid-19, la Russia si era classificata come tredicesima nazione al mondo per numero di automobili prodotte (corrispondente all’1,8% della produzione auto mondiale).

Detto ciò, il paese è sempre stato fortemente dipendente da fornitori di ricambi auto esterni e quindi ha sempre fatto largo uso di importazioni per sostenere produzioni molto intensive nel settore automobilistico.
Inoltre, più di trenta produttori di automobili e di ricambi auto aftermarket, hanno i loro impianti produttivi sul territorio russo, con investimenti che negli ultimi dieci anni sono stati superiori ai 2 miliardi di euro da parte di player europei.

Il settore automobilistico in Ucraina: qualche dato

L’Ucraina è un paese fortemente specializzato nella produzione di cablaggi e altri pezzi per il settore aftermarket.
Basti pensare che durante il 2021, il paese ha esportato sul territorio europeo ben 23,3 milioni di euro di materiali per l’aftermarket, con una concentrazione particolare di cablaggi e cavi.
Lo scoppio del conflitto armato, ha provocato una significativa interruzione delle attività di esportazione, causando anche disagi non trascurabili alla filiera produttiva di importanti case automobilistiche come Skoda e Volkswagen.

Inoltre, ben sette produttori europei hanno sedi di lavoro sul territorio Ucraino, in particolare nella parte occidentale del paese.

Le conseguenze della guerra sul settore ricambi auto aftermarket

Il settore ricambi auto aftermarket ha già dovuto affrontare una pesante crisi sia a causa della pandemia globale del Covid-19, che a causa della carenza di chip elettronici dovuta alla scarsa reperibilità di materie prime.
Come sappiamo, queste implicazioni hanno portato ad una diminuzione importante nella produzione di automobili nuove.

Il conflitto in Ucraina non fa altro che rendere ancora più critica la situazione, a causa della forte instabilità geo-politica che renderà ancora più difficile la reperibilità di materie prime e la produzione delle vetture da qui ai prossimi anni.

L’Ucraina ha sempre fornito una buona quantità di materie prime all’UE, come l’acciaio (il 29% dell’acciaio importato in Europa viene dall’Ucraina) e i gas nobili largamente impiegati per la produzione di chip elettronici.
Allo stesso tempo, il 42% delle forniture di palladio, il 12% delle forniture di platino, il 9% delle forniture di alluminio, il 42% delle forniture di acciaio semilavorato e il 9% delle forniture di rodio arrivano in UE dalla Russia. Per non parlare del fatto che il nichel, impiegato per la produzione delle batterie dei veicoli, viene fornito per l’11,2%, a livello globale, proprio dalla Russia.

Lo scoppio del conflitto in Ucraina aggrava dunque le problematiche di approvvigionamento delle materie prime già presenti dall’insorgere della pandemia globale.
In particolare, questa nuova situazione sta portando ad una carenza ancora maggiore nella produzione di chip e ad un abbassamento evidente della produzione di automobili nuove e di pezzi di ricambio.

Le sanzioni dell’UE e le conseguenze sul mercato dei ricambi auto aftermarket

Come sappiamo, sono diverse le sanzioni che l’Unione Europea ha predisposto verso la Russia in seguito all’attacco militare ai territori dell’Ucraina.

Va detto che non sono state applicate sanzioni che vanno a colpire direttamente il settore dei ricambi auto aftermarket. Ciò non toglie che diverse misure siano state indirizzate a macro-aree che più o meno indirettamente hanno portato conseguenze, anche abbastanza gravi, al settore automotive.

Principalmente, l’UE ha predisposto il divieto di esportare in territorio russo, strumenti e tecnologie che possano essere utilizzate per fortificare e migliorare il sistema di difesa del paese dal punto di vista militare. All’interno di questa categoria sono stati inclusi i cosiddetti beni e le tecnologie a doppio uso.

Parliamo dunque di tecnologie che possono essere impiegate per normali scopi civili, ma anche per scopi di difesa e sicurezza militare.
Diventa dunque difficile, in questi casi, dimostrare che alcune categorie di beni non vengano impiegate a scopo difensivo in un paese impegnato in un conflitto militare. In ambito aftermarket abbiamo molti esempi che possono ricadere in questa categoria.

Dunque, appare chiaro come molti produttori europei non possano più esportare in un paese dalla grande domanda in settore automotive come la Russia, i loro beni e servizi, con un danno non trascurabile dal punto di vista economico.
All’interno di questo quadro, come abbiamo visto, il settore automotive ne viene indubbiamente e inevitabilmente colpito (seppur non direttamente).

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